Su una piccola collina, all’estremità della piana di Padru Oes, si trova il nuraghe Ruju, così chiamato perché un lichene rosso ne ha ricoperto le pietre, conferendo al monumento una colorazione rossiccia.
Il nuraghe, preceduto da un muro di grossi blocchi di granito appena sbozzati, è del tipo a tholos. Vi si accede tramite un ingresso architravato sormontato dal finestrino di scarico, che immette in un corridoio: sulla destra si apre una grande nicchia, a sinistra la scala che doveva condurre, probabilmente, a un piano superiore o al terrazzo.
La camera del nuraghe è a pianta circolare, dotata di tre nicchie; la copertura a tholos è andata in parte distrutta. Nei pressi del nuraghe, intorno al 1920, è stato ritrovato un esemplare di brocchetta askoide in bronzo, con decorazione a palmetta alla base del manico, esposta al Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico G.A. Sanna di Sassari. Questo reperto archeologico è un’importante testimonianza degli intensi rapporti tra i fenici e gli indigeni della Sardegna centrale.